Ieri ho “sparecchiato il Natale”. Presepe, albero, ninnoli e
ghirlande sono stati tutti meticolosamente ripuliti e inscatolati per essere
riposti in cantina. La soddisfazione mentale che mi da lo sbolognare gli
aggeggi natalizi è uguale a quella che provo quando devo agghindare la casa con
gli stessi citati ninnoli. Un mese di ammenicoli + 11 mesi senza ammenicoli
sono il giusto compromesso per la mia mente.
Mente che tra l’altro ieri viaggiava su binari sconnessi e
contorti.
Nel giro di ¾ d’ora sono stata vittima di uno scippo…creato
dalla mia concentrazione su problemi non esattamente miei
Ero talmente convinta di aver portato con me la borsa che ho
provato tutte quelle terribili sensazioni che si devono provare in quei momenti
nei quali ci si rende conto che è sparita.
Parcheggio davanti alla palestra di ritmica, scarico due
figlie di cui una a rischio minzione fuori dalle orecchie, corriamo nello
spogliatoio vuoto, lasciamo velocemente le nostre cose alla rinfusa sulle
panche , via di corsa in bagno e finalmente rilassata, esco beata dal bagno e
panico, tra le giacche e lo zainetto non c’è la borsa.
Controllo, ricontrollo, alzo giacche, sposto i vestiti ma
nulla.
Cerco anche di fare la controllata, iniziano ad arrivare le
altre mamme e non mi va di allarmare nessuna, ma sento il cuore in gola.
Mi si accende una speranza, forse nella fretta l’ho lasciata
in macchina. Lascio Aribella alla sua insegnante e vado verso l’auto con la
paura di quello che posso non trovare. Ero talmente SICURA di averla presa con
me che faccio il controllo solo per scrupolo prima di cercare il responsabile
del centro sportivo. La piccola Gnagni si accorge della mia inquietudine e mi
chiede che cos’ho. Glielo spiego e lei mi dice sicurissima “ma mamma è in
macchina, quando sei scesa non l’avevi”. Nel mentre arriviamo a tiro del
finestrino ed eccola li…mi si apre il cuore.
Ma come si fa ad essere così profondamente convinti di aver
fatto una cosa che invece non è stata fatta? Di aver con se una cosa che invece
è rimasta la incostudita? Eppure giuro, nel parcheggio di ritmica c’è un
cartello grosso così che cita “attenzione ladri in azione” ed è l’unico posto
dove in automatico prendo sempre la borsa. Ieri no.
Perché ieri ero talmente impegnata a farmi dei giri mentali
paurosi che pur avendo pensato “prendo la borsa” non l’ho fatto. Ero
scioccamente delusa da un voto di Aribella, ero scioccamente concentrata su
come superare la delusione e non farla trasparire, ero scioccamente impegnata a
capire il perché di quei 3 errori che
avevano causato un voto del genere.
E dopo tutto sto psicodramma, mi son chiesta “ma quante
paturnie inutili mi faccio?”. Innanzitutto il voto non è così brutto e poi
stiamo parlando del SUO compito in classe ovvero della SUA vita. A volte non mi
è proprio automatico il concetto.
Se lei prende 10 non l’ho preso io, quindi alla stessa
maniera se lei prende 5 non l’ho preso io. Non ne posso fare una questione
personale. Ovvio che una mamma vorrebbe il figlio bravissimo, ma è anche vero
che un voto scolastico non è dato alla mia capacità di mamma, ma allo
svolgimento di un compito da parte di mia figlia, che magari quel giorno era
particolarmente distratta, o non ha assimilato bene un concetto o è andata nel
pallone. Il mio compito non è quello di rimanerci male, ma di capire se posso
aiutarla in qualche maniera oppure se devo prendere e accettare quello che è
arrivato senza troppe filippiche.
Anche perché è chiaro che se continuo così quando andrà alle
superiori sarò da buttar via a furia di autoflagellarmi per qualcosa su cui non
posso avere il controllo.
Quando IO studiavo ero responsabile dei miei risultati. Ora
tocca a lei e io posso fare solo da fan con tanto di pon-pon e slogan urlato.
Tutto questo fa sempre parte di quel cordone ombelicale
tagliato 7 anni fa ma realmente reciso passo dopo passo.
Due anime che diventano distinte nel corso degli anni. Vivo
nella convinzione che ormai lei sia la mia piccola donnina che ha la sua strada
ma ogni tanto mi ritrovo qualche trama mentale ancora profondamente intrecciata
nella mia corteccia cerebrale e allora piano piano dopo il primo scossone,
rendendomi conto che nulla si snoda tirando mi metto li con calma e perizia a
cercare di togliere quel nodo che la tiene erroneamente legata a me per
lasciarle un nuovo spazietto tutto suo, accettandola e amandola sempre di più.
Piccole mamme crescono
Mi hai fatto molto riflettere Ele, non sul fatto di dimenticare le cose ;-), a volte succede che gesti automatici vengano fatti nella nostra mente ma non nella realta' quando abbiamo periodi un po' pieni...io ho "perso" la macchina 2 volte :S...no, la riflessione e' sul riuscire a "gestire" le vittorie, le "sconfitte" dei nostri bimbi considerandole loro e non nostre...sono le loro vittorie, sono i loro i voti non buoni...mi hai fatto riflettere perche' i miei genitori avevano questo lato negativo i brutti voti, gli insuccessi nello sport li prendevano molto personali tanto che io cercavo di riuscire per far contenti loro e non me, a volte non lo nego con la Lavi sono cosi anche io invece devo essere piu' "distaccata" cosi da far essere lei serena e contenta di quello che fa, se vuole riuscire meglio deve farlo perche' la rende contenta non per me...poi certo ci sono cose come la scuola in cui dobbiamo spronarli ma non essere eccessivi...
RispondiEliminaGrazie Ele come sempre mi hai dato degli spunti di riflessione :-)
Ila ti assicuro che sto facendo uno sforzo immane per mantenere questa oggettività e spesso mi mordo la lingua per cercare di non riempire di ansie sta povera creatura. Anche se sono certa che lei capta quest'ansia da prestazione che mi prende ;-) Miglioreremo
EliminaQuanto mi piace leggerti..!!!
RispondiEliminaquanto mi piace averti come amica :-) guarda che sei una delle mie fonti d'ispiramento per cercare di diventare ogni giorno un pochino meglio. Un bacio
EliminaSto facendo un tipo di percorso simile, soprattutto sul discorso di dissociarmi dalle vittorie/sconfitte dei miei nani, soprattutto il nano grande. Ce la possiamo fare! Paturnie? No, grazie!
RispondiEliminaPS Condivido Lisa, è troppo bello leggerti! SMACK
Francesca
Francy come si può dire...non siamo nate imparate ;-) Però ci applichiamo
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