Una giornata come quella di oggi, con un cielo blu intenso,
i monti ancora innevati che quasi abbagliano, i prati punteggiati da “Occhi
della Madonna” è un’iniezione di energia incredibile.
La forza della natura che si risveglia mi da sempre
emozione.
Da studente a mala pena mi accorgevo del cambio delle
stagioni. I ritmi della scuola mi davano il polso del tempo che passava. Non mi
soffermavo mai a osservare l’ambiente attorno a me che cambiava.
Ora se ci ripenso mi sembra assurdo, ma è vero. Ho iniziato
a provare piacere per i profumi, i colori e le forme in movimento piuttosto
tardi. Prima era come se non le vedessi pur avendole sotto gli occhi.
A 21 anni ho vissuto per un anno in Francia. Credo che sia
stata quell’esperienza a togliermi quel velo. Appena arrivata non conoscevo
bene la lingua, facevo un po’ fatica a capire e a farmi capire e in un contesto
del genere l’introspezione era obbligatoria. Il doversi far compagnia da soli
aiuta ad acuire dei sensi che prima erano atrofizzati. La famiglia dove
lavoravo come baby sitter abitava in un bellissimo paese collinare immerso nel
verde e il giardino che giorno per giorno cambiava mi faceva molta compagnia.
Ricordo ancora con rammarico che uno dei primi giorni dopo
il mio arrivo la mamma dei bimbi mi chiamò tutta entusiasta in giardino e mi
disse in maniera concitata “guarda la giù, lo vedi?? E’ Il Monte Bianco! Pensa
che giornata eccezionale c’è oggi, si vede il Monte Bianco”. Ovviamente dissi
di si, ma non lo vidi. O per lo meno, vidi dei monti, ma non guardai neppure
con molta convinzione. Ecco, se solo questa cosa fosse successa pochi mesi
dopo!
E ora sono qui, a guardare fuori dalla finestra, ad
assaporare quest’inizio di primavera di cui avevo anche un po’ bisogno.
E’ la stagione della Gnagni. Ogni membro della Famiglia P ha
una propria stagione. Nemmeno a farlo apposta siamo nati in 4 stagioni diverse.
Io sono l’inverno, Gnagni la primavera, Il signor P l’estate e Aribella l’autunno.
Fino a poco tempo fa i miei genitori avevano una casa in
campagna. Ad ogni nascita delle loro nipoti avevano piantato un albero da
frutto. Per le mie bambine avevo chiesto il melograno per Aribella e il Pesco
per Gnagni. La trovo così romantica questa cosa. Ecco ora mi è venuta una gran
voglia di rivedere i loro alberi per vedere come sono cresciuti. Per fortuna la
casa è solo in affitto. Un giorno spero di poterli rivedere e di potermi
stupire di quanto saranno grandi. Quanto mi manca la casa in campagna! Che nostalgia
terribile.