mercoledì 31 ottobre 2012

Timidezza in evoluzione

Il neo pediatra ha sentenziato che Gnagni ha una bronchitina. Ina è sempre meglio di Ona, ma intanto un antibioticone se l’è beccato. Gnagni e gli antibiotici hanno una relazione complicata, quindi per ogni problem-ino/one abbiamo solo una soluzione.
Oggi la sua faccina si mimetizzava con la maglia bianca. Le ho infilato una felpa blu per cercare di fare un po’ di contrasto e l’ho mandata dalla nonna con un intero scatolone di giochi. E dico scatolone in quanto è molto one.
I nonni ovviamente hanno strabuzzato gli occhi quando hanno visto il super pacco rosa che arrivava, ma alla fine so che saranno contenti di farsi preparare un buon pranzetto di plastica dalla loro bambina piccolina.
Io nel frattempo ho ricominciato la mia atavica lotta con le mie ritrosie.
Dura la vita della mamma insicura.
Mi piacerebbe che tutto filasse sempre liscio così da poter essere la donna che non deve chiedere mai
Tutto ciò non perché ho un delirio di onnipotenza, ma semplicemente perché…mi vergogno a chiedere.
Finchè gli ingranaggi girano sono una bomba, tutto sotto controllo, tutto gestito al minuto, con tabelle di marcia spettacolari, ma appena arriva l’intoppo…crolla il palco.
Lo so, non sono l’unica, e so anche che non c’è nessuno meglio di una mamma che lavora a capirmi, ma chiedere un piacere per queste giornate in “modalità temporanea” mi mette sempre in uno stato di disagio misto ad ansia che mi fa vivere male questi momenti.
Che poi,oggettivamente, la portata dell’aiuto è talmente risibile che se la mia vicina di casa sapesse mai lo psico-dramma che ha preceduto la telefonata per chiederle cotanto piacere mi consiglierebbe uno bravo.
Però sono migliorata, mi do anche un Bravina perché ora, arrivata a 35 anni, pur tra mille complicazioni di cose facili, lo faccio, chiedo, non aspetto che gli altri mi leggano nella mente, o utilizzino sesti sensi strani per capire le mie necessità. Ho capito che con cortesia, utilizzando il per piacere, specificando che se ci sono degli impedimenti non è un problema, è lecito chiedere.
Timidezza, insicurezza, si lotta una vita per superarle, ma prima o poi saltano comunque sempre fuori.
Ma ci sono margini di miglioramento, e il tempo non manca (facendo i dovuti scongiuri) quindi quando sarò vecchia forse riuscirò anche io un giorno a fiondarmi dentro la macchina di un’ignara neo patentata ferma al semaforo sbraitandole in un orecchio “dai, su, inizia a piovere, portami fino a casa”. Sono esperienze che lasciano il segno. Ora ai semafori mi guardo attorno con circospezione

lunedì 29 ottobre 2012

Imprevisti d'autunno

E’ arrivato il freddo ed è arrivata l’ora solare e su fb è partito il tripudio degli status disperati per questi avvenimenti infausti. Manco le cavallette in anni più antichi avrebbero creato tanto scompiglio.
A me l’ora solare piace. Mi sveglio decisamente più fresca, e l’occhio accartocciato mi si risolve molto più velocemente.
La mia stagione preferita è l’autunno, ne amo i colori, gli odori, le temperature, i termosifoni accesi, il piumone.
Tutto molto romantico, eh? Se non fosse che la piccola Gnagni ieri mattina si è alzata con febbre, mal di gola, una tosse degna di un fumatore turco e anche un tocco di diarrea per non farci mancar nulla.
Ha 4 anni e quasi 6 mesi e fino ai 4 anni e quasi 5 mesi si sarà ammalata 5 volte…forse. Quella odierna invece è già la terza malattia nel giro di un mese.
Anche Aribella diede il meglio di se in materia il secondo anno di materna. Ma che faccio le figlie con gli anticorpi a scadenza fissa?
In quell’annata la mia signorina grande frequentò una parte di ottobre (una settimana di otite), 3 giorni non consecutivi di novembre grazie alla famigerata influenza A incastrata tra due otiti, 1 giorno di dicembre per presenziare alla recita di Natale (nei precedenti giorni era stata operata alle adenoidi), finalmente tutto gennaio a scuola e quando ormai avevamo preso fiducia che il brutto fosse passato gran finalone con virus intestinale spaventoso, e 3 giorni di ospedale attaccata alle flebo. Yeahhhhh
Ora nutro ancora una forte speranza che l’invernata della Gnagni non sarà tanto catastrofica, ma anche lei è riuscita a scrivere una pietra miliare in materia quest’anno. Primo giorno di scuola “ciao maestra, ciao amici, che bello rivedervi e giocare con voi, ci vediamo domani” AH AH AH che bella battuta. 39 di febbre e la netta sensazione di aver battuto qualche record
Lo so che non è interessante tutto questo, ma ho già sufficientemente stufato il mio abituale e scarno pubblico alla macchinetta del caffè
Santa macchinetta, distributrice di bevande calde e orecchie per ascoltare
Oggi è lunedì. Venerdì c’erano più di 20° esterni e il riscaldamento non era acceso, la temperatura è crollata nel weekend e la manopolina in ufficio è stata girata solo questa mattina, quindi ora ci sono 18° interni, il poncho di lana sulle spalle, le dita con i diavoletti che battono isteriche sulla tastiera, e i miei pensieri divisi tra una bimba malatina dalla nonna e una bimba a scuola che emozionata dovrà recitare la poesia imparata nel lungo weekend di clausura.
Poesia che tra l’altro recitava così:

Quando la terra
comincia a dormire
sotto una coperta
di foglie leggere,
quando gli uccelli
non cantano niente.
Quando di ombrelli
fiorisce la gente,
quando si sente
tossire qualcuno
,
quando un bambino
diventa un alunno.
Ecco l’autunno!

Bravo Roberto Piumini, doveva avere anche lui figli in età pre-scolare

venerdì 26 ottobre 2012

Kaki e dintorni


Questi sono i nostri Kaki agghindati per Hallowen, ovvero i Kakallowen!!
Visto che le zucche sono cose da Cenerentola, noi ci siamo arrangiati con questi due esemplari caduti da una pianta
Le bimbe ne vanno pazze.
Che frutto strano che è il kako. Mi ha sempre fatto impressione e quindi non l'ho mai mangiato, eppure se penso ad un kako mi ritornano alla mente più e più episodi.
Come quando Aribella era appena entrata alla scuola materna e come eccesso massimo di ribellione e per emulazione di un bimbo più grande utilizzaza la parola kakka ogni tre per due. Ora, non sono una grande amante dell'argomento, quindi l'avevo caldamente invitata di evitare di nominare quella parola se non specificatamente inerente alle necessità fisilogiche.
Ed ecco li che un giorno di autunno Aribella punta un dito verso un albero spoglio e pieno di palline arancioni e mi chiede "ma cosa sono?" - Kaki - KAKI????????????????????????????????????????????????????????? Per un mese non fece altro che dire Kaki e ridersela da sola. E' fatta così la mia Aribella.
Oppure se parlo dei Kaki mi ritornano in mente due delle mie amiche più care, di quelle che ti conoscono da 20 anni e non è un numero sparato a caso, ma sono 20 anni veri.
Eravamo giovani, prive degli attuali compagni e di nazionalità diverse (quello tuttora, anche se spesso dico che sono più italiane di me) e loro erano venute in duetto a passare un weekend a casa mia. Era autunno, la presenza dei kaki nel centro tavola di casa di Mammina non poteva mentire, e le reazioni davanti a questi frutti furono diamettralmente opposte. La BiondaIstriana ci si avventò sopra strillando piena di gioia "Kakiiiii" e la BrunaDuNord rimase perplessa a osservarli rigirandoseli in mano. Quel giorno scoprìì che non esistevano kaki nel nord della Francia. A ripensarci io, Mammina e la Biondaistriana glielo chiedemmo ripetutamente intercalando vari "ma sei sicura???". Povera BrunaDuNord, fu anche costretta ad assaggiare il si tanto decantato frutto, che ovviamente non le piacque, confermando la mia teoria di troppo dolciastro e troppo filamentoso. Tutto ciò occupò una bella fetta di pomeriggio di 4 donne di età diversa. Erano altri tempi, si poteva fare un Maurizio Costanzo Show su un kako e trovare motivo di risate e di interesse senza minorenni che dirottavano l'argomento su problemi più basilari (naso sporco, mi tagli la carne, lo sai che la mia amica mi ha detto, io sono Stella delle Winx, mi scappa la pipì, questa cosa non mi piace, oppure l'ever-green, mamma-mamma-mamma-mamma-mamma-mamma-mamma).
Ecco la storia del kako e dei suoi dintorni. E ora buon kakallowen a tutti


giovedì 25 ottobre 2012

Ce l'ho fatta!!!

E' giovedì mattina. Tutto inizia ad essere difficile il giovedì. Il venerdì è una tragedia a prescindere, ma il giovedì è proporzionalmente duro a seconda di come è stata pesante la settimana quindi non è scontatamente perso in partenza. Mi alzo sempre con uno straccio di speranza che la piega sia accettabile.
Ecco, questo però è un giovedì già in odore di venerdì, figlio di un inizio settimana con riunioni a scuola e figlie disperse dai nonni fino a tardi. Io, che sono un'esperta analista delle nostre dinamiche familiari, già lo sapevo come sarebbe andata questa settimana, e quando ieri sera ho scoperto l'astuccio di scuola di Aribella sul tavolo della cucina avrei dovuto controllarlo e sistemarlo PUNTO ed invece ho fatto la mamma dura e severa, l'ho lasciato li com'era, perchè "è ora che la signorina impari a prendersi cura delle proprie cose". Pessima scelta...ma ieri non lo immaginavo.
h. 6.30 sveglia, 15 minuti di colazione, 25 per Gnagni che deve mangiare con calma se no non si sveglia. Aribella langue sul divano, fa finta di vestirsi rianimandosi solo quando io e il SignorP le passiamo accanto e la incitiamo, per poi riaccartocciarsi come un'ameba davanti alla tv. Da brava mammina chiedo "ti sei preparata tutto per la scuola?" il SignorP risponde per lei "no, l'astuccio è in cucina" - comunicazione non verbale mia, sopracciglio innalzato e bocca stretta, ovvero grazie per la collaborazione non era questo il mio intento, ma sono sicura che in seconda elementare faresti la tua bella figura
Aribella si avvia stranamente trotterellando (da ameba a bimba piena di vita in 0 secondi...è fatta così) in cucina, e torna con il materiale scolastico e un annuncio
- la maestra mi ha detto che devo portare una carota con le radici
Ehmmmmmmmmm, ho capito giusto?
- Aribella, scusa, ma questa mattina devi portare la carota con radici???
- Siii, l'ho detto ieri sera al nonno!!
- Certo, e il nonno ti ha detto che te la cercava all'orto del suo amico oggi...quindi è impossibile che tu la possa portare questa mattina
perchè tutto questo alle 7.05 del mattino????
- ma a me serve questa mattina!!!
ripeto...perchè tutto questo alle 7.06 del mattino????

Calma e sangue freddo, è giovedì mattina, gli equilibri psicofisici di tutti sono ai limiti. Il SignorP inizia a fumare come un toro davanti al rosso, ma va alla ricerca nel frigo di una carota, ovviamente priva di radici, terra e ciuffetto verde.
Aribella la boccia e inizia a frignolare
Nun je la fo, non ghe la fo mia, nun ce la posso fa
Ci finiamo di preparare con il muso lungo da carota che imperversa, h 7.40 scendiamo in garage, in ritardo, e il SignorP si accaparra la piccola Gnagni senza nemmeno chiedere e schizza via verso la scuola materna. Furbino lui.
Pronta ad entrare, h 7.45, Aribella tenta la carta dell'occhio lucido, l'ultimo meandro di umanità mi spinge a chiederle se vuole che le scriva una giustificazione per sta cavolo di carota e lei annuisce. Velocemente agguanto il quadeno degli avvisi apro l'astuccio eeeeee NON C'è UNO STRACCIO DI MATITA!!!!!!!
L'umanità mi abbandona all'istante. In mezzo a campanelli di mamme molto più serene e sorridenti di me mi faccio scappare un plateale segno di stizza, schiantando il maledetto astuccio in cartella, e iniziamo un velocissimo rimpallo macchina (ma perchè ho sempre l'abitudine di lasciare la borsa in macchina???) - cartoleria davanti a scuola - redazione di giustificazione inginocchiata a terra con quadernino su ginocchio e matita nuova fiammante (Euro 1,20 quando a casa ho uno stock di 50 matite costate qualcosa tipo 5,00) - spedizione di un'ormai definitivamente affranta Aribella dentro a scuola - corsa verso la macchina con breve sunto di quanto accaduto ad amica che mi osserva molto preoccupata - disincastro nel parcheggio con 10 macchine in attesa del mio posto (fatemi uscire e poi litigate pure), attraversamento ragazzini dormienti (alle medie sviluppano una strana dote di automatismo a risparmio energetico che li fa camminare ai 5 all'ora) - dedalo di stradine secondarie (perchè ovviamente la strada principale è già chiusa per la scuola) - raggiungimento strada principale e ...sosta per attraversamanto pulmino (pure questo stamattina), e finalmente "senza" più intralci mi lancio verso il mio ufficio.
h 7.58 timbro. Ce l'ho fatta...contro tutte le carote e le matite che hanno minato la mia tabella di marcia mattutina...ce l'ho fatta! Non so nemmeno io come, non capisco ancora esattamente a che prezzo (una figlia sconfortata e sull'orlo di un pianto e un'ora per riprendermi dallo shock) ma sono riuscita a timbrare entro le h 8.00. Anche oggi sono riuscita a sconfiggere la mia spada di Damocle giornaliera: il cartellino entro le h 8.00


mercoledì 24 ottobre 2012

Potrei fare un business

Il Signor P mi raggiunge in bagno e mi informa del dialogo appena avuto con le sorelle elle.
Io sospendo la mia attività di lavaggio denti per non perdermi nemmeno un istante di questa fantastica avventura e ivi riporto fedelmente:
Aribella sternutisce con fuoriuscita di liquido, il SignorP prontamente le passa un fazzoletto e incita
- Soffia forte
- No che schifo, mi arriva sulla bocca
- Ma che discorsi!! E quando te le mangi non fanno schifo?
- No, quelle sono dure e vanno bene, molle mi fanno schifo
Voce fuori campo commenta serafica
- A me piacciono anche molli
Passerà questa fase vero????

p.s. quella che mi preoccupa di più in merito è la piccola Gnagni, che ha proprio un’innata passione per il genere tanto da spingermi una volta ad andare in farmacia e chiedere se per caso avessero qualche rimedio che rendesse la sua produzione nasale particolarmente cattiva, tipo lo smalto al peperoncino per chi si mangia le unghie. Non c’è. Informo chi ha interesse in materia che non esiste nulla del genere. Peccato, io l’avrei acquistata con grande speranza

martedì 23 ottobre 2012

Un tutù rosa di felicità

La piccola Gnagni ha iniziato danza. Finalmente ho assecondato le sue richieste e ho reso una bambina felice.
Avendo solo 4 anni e mezzo non avevo tutta questa urgenza per farle iniziare un’attività sportiva strutturata. Ma la piccola Gnagni già un anno fa mi disse con la sua solita calma e serietà “Io farò danza perché un giorno andrò sulle punte”. Ora che quel giorno arrivi mai, lo sapremo solo vivendo, ma di sicuro una bambina piccina tutta di rosa confetto vestita è proprio felice.
La sua felicità è iniziata quando le ho fatto fare la prova ed è uscita dalla sala con quel suo sorrisetto nascosto e gli occhi che le brillavano. E’ aumentata notevolmente quando siamo andati a svaligiare il reparto apposito da Decathlon, ovviamente tutto rigorosamente rosa, e tutto indossato per un’intera serata con tanto di “mamma ti prego non mi togliere il tutù per andare a letto” ed è cresciuta anche in me quando l’ho intravista, mentre firmavo i moduli per l’iscrizione, mentre si metteva in posa e accennava qualche passetto in corridoio sentendo la musica provenire dalle altre sale. Mamma felice e anche un po’ orgogliosa, perché la piccola Gnagni con il suo tutù è proprio la rappresentazione della bambina che sta facendo qualcosa che le piace e che desiderava tanto.
Ora che questo idillio prosegua a lungo nessuno lo sa, ma sono anche Mamma Previdente, e quindi ho pagato solo per i primi 3 mesi...