mercoledì 12 dicembre 2012

Vigilia di Santa Lucia


Oggi è il 12.12.12

E domani arriva Santa Lucia!!!

Questa sera prepareremo la carota e l’acqua per l’asinello e dei biscotti per Santa Lucia. Io sono emozionatissima, Gnagni è felicissima, Aribella  è spaventatissima.
Conoscendo la mia polla negli anni scorsi avevo omesso il perché Santa Lucia fosse la Santa protettrice della vista e mi ero guardata bene dall’informarla del fatto che la tradizione vorrebbe una Santa con strane tendenze pericolose, con misteriose manciate di carbone improvvisamente gettate negli occhi del povero infante che per sua disgrazia e anche gran sfiga aprisse gli occhi proprio nell’istante in cui lei si trovasse nel suo campo visivo.

Grazie ad una certa “protezione celeste” fatta da influenza, pioggia, raffreddore, neve, e persino riposo post operatorio avevamo sempre dovuto saltare la tradizionale sfilata per le vie del paese organizzata dalla Proloco. Lo scorso anno invece il miracolo, c’eravamo finalmente riusciti. Tutti sani, cielo terso, temperatura accettabile, eccoci pieni di entusiasmo a vedere la sfilata della Santa completa di asinello e Castaldo. Tutto bellissimo fino a quando qualcuno dal palco pensò bene di raccontare per filo e per segno la storia di Santa Lucia completa di ogni retroscena trucolento.
Ok lo ammetto Aribella non è proprio un Cuor di Leone,  ha altre doti tra cui una spiccatissima fantasia…che si tramuta velocemente in suggestione, ma da allora le è presa una strizza incontrollabile.
Dico solo che da domenica abbiamo dovuto tirare fuori il lettino per gli ospiti, accostarlo al letto della Gnagni e farle dormire assieme, perché come mi disse la piccoletta “Mamma, per fortuna almeno una delle due non ha paura di Santa Lucia”.
Quindi ora abbiamo la pragmatica Gnagni che consola e fa coraggio ad Aribella. Il mondo è bello perché è vario e ogni tanto va al contrario.

Dal canto suo la Gnagni prende la questione alla sua maniera. Per fare la letterina abbiamo dovuto  aprire un dibattito parlamentare. L’ho portata in visita in due negozi di giocattoli per vedere se mi mostrava qualche segno di emozione davanti a qualche scaffale in particolare. Ha vergato 18 disegni molto simili tra loro, ma mai sufficientemente soddisfacenti per essere annoverati nella sua particolare categoria “perfetti” ed essere eleggibili come letterina di Santa Lucia. Superata una certa data è scattato il pressing, onde evitare scaffali vuoti e scorte finite, quindi ho afferrato la 18^ opera e le ho intimato di dettarmi le sue richieste. Dramma, non sapeva che chiedere.
Ma dico io, ma è possibile che ci sono bambini che fanno liste lunghe 10 facciate e la Gnagni non me ne sa dire uno in particolare?
Per fortuna la mamma può sfoderare il Piano B
- Gnagni vuoi che scriviamo “Cara Santa Lucia, visto che non riesco a decidere io puoi portarmi tu un gioco a tua scelta?”
- Si, e se me ne porta uno da maschio????
- Ok allora scriviamo così “Cara Santa Lucia, visto che non riesco a decidermi puoi scegliere tu un regalo da femmina?”
- Va bene, però perché scrivi così male? Devi scrivere in corsivo come Aribella!!!!
Uh Santa Pazienza, è dalla seconda media che non scrivo più in corsivo!!! Calma Ele, calma, recupera la 17^ opera che tanto è identica a questa e riscrivi in corsivo, ce la puoi fare.
E alla fine confermo, ce l’abbiamo fatta, ci abbiamo aggiunto anche un Grazie e ti voglio tanto bene pieno di cuoricini (ha imparato a farli e ora non si salva più nessuno) e anche un dolcissimo “Sei bella e gentile perché ci porti i regali grazie”. Attorno in ordine sparso ho messo i suoi  suggerimenti. Catalogo Toys alla mano ha dettato tutto quello che le piaceva. E ora è curiosa ed emozionata perché non sa che cosa riceverà.

E io non vedo l’ora che arrivi domani mattina per vedere i loro occhi felici ed emozionati e tornare per 10 minuti bambina anche io. Perché qui da noi non c’è Babbo Natale che tenga, Santa Lucia, asinello e Gastaldo, con il suo piatto pieno di frolle, mandarini e caramelle sono un’istituzione irrinunciabile.

giovedì 6 dicembre 2012

15 giorni


Leggi di qua, leggi di la e te lo chiedi anche tu, qual è la lista delle cose da fare per questi ultimi 15 gg che i Maya ci han concesso???
Sembra che un virus serpeggi nei vari blog, tante liste belle e carine da fare entro il 21.
Che poi, fortunelli noi che abitiamo tra Verona e Bergamo e il 13 dicembre ci togliamo il pensiero dei regali di Santa Lucia. Fossi un bambino abitante in qualsiasi altro anfratto dell’Italia mi girerebbero e non poco al pensiero che non si arrivi nemmeno al 25 dicembre perché il 21 Babbo Natale, renne e slitta potrebbero finire bruciacchiati sorvolando uno dei tanti vulcani che potrebbero saltare dopo che il mondo sarà stato sconquassato da una catena di terremoti. Oppure si potrebbe trovare sulla rotta di un asteroide…insomma, al momento la canta bella solo la nostra cara Santa Lucia, perché per il 13 dicembre i Maya hanno dato il loro benestare.
Aribella e la Gnagni possono stare tranquille, avranno ben 9 giorni per godersi i giochi richiesti, e conoscendole si tratta di un tempo più che sufficiente per far scemare l’interesse per un gioco desiderato da più di due mesi.
Tolto il pensiero maggiore, mi pongo la prossima domanda, che farò il 21? Non ho molta possibilità di scelta, la mia agenda è già sufficientemente ingolfata.

H 10.30 festa di Natale scuola elementare
H 15.00 catechismo Aribella
H 20.30 cena di Natale lavoro

Vista la tabella di marcia dubito che la fine del mondo mi sorprenderà a casa, comunque nell’eventualità eviterò di mettermi in tuta e ciabatte. Se così dovesse essere, per lo meno vorrei dipartire con onore e non con la divisa da casalinga.
Noto ora che per il 20 dicembre ho già fissato la tinta dalla parrucchiera. 100 punti al mio subconscio.
Noto ora che dal 22 in poi non c’è scritto più nulla…
Vuol dire che il 22 mi riposerò, aspetto di non poco conto, perché dicembre è da sempre un mese molto intenso.
Innanzitutto devo trovare Stella delle Winx, cosa non così facile a quanto pare, ed ho solo 6 gg per farlo. Se non trovo lei, mi tocca ripiegare sulle Monster High, no comment.

Però in realta, tolte le cose pratiche e le incombenze improrogabili sono queste le cose che vorrei veramente:

Vorrei…vedere la Gnagni ballare con il suo tutù rosa e riconoscere nei suoi occhi la felicità
Vorrei…leggere i pensieri di Aribella che sta diventando grande e inizia ad avere un lato riservato
Vorrei…tenermele nel lettone vicine vicine
Vorrei…imparare a fare i biscotti con loro
Vorrei…essere una mosca per stare in camera con loro e ascoltarle mentre giocano
Vorrei…avere più tempo e pazienza con il SignorP
Vorrei…avere più tempo e pazienza per i miei genitori
Vorrei…avere più tempo e pazienza per le mie amiche
Vorrei…che tutto il mio tempo e la mia pazienza non venisse tolto alle mie bambine, ma venisse moltiplicato per essere ridistribuito ai personaggi sopra citati
Vorrei…che tutto questo non finisse mai

martedì 4 dicembre 2012

Etichette pesanti


Una mia amica molto saggia e molto pedagogicamente abile mi dice che a nessuno piace avere delle etichette addosso.
Aribella ha paura dei cani, però continuare a dire “Aribella ha paura dei cani” non può che rafforzare questa sua paura, come se non potesse nemmeno più tradire questa etichetta che le abbiamo cucito addosso. Ora però non so più come definire questa cosa. Quando incontriamo un quadrupede peloso e lei mi si aggrappa al braccio e inizia a girarmi intorno strattonandomi con vigore e strillando gridolini nel mio orecchio devo anche trovare la concentrazione giusta per formulare una frase di senso compiuto che possa spiegare al perplesso padrone del cane il perché mia figlia si comporti in questa maniera. Mica è facile!! Anche perché ormai la mia giovincella pesa 25 kg e rischia di buttarmi a terra.
Eppure me lo ricordo bene come mi sentivo io quando ero piccola e mia mamma sfoderava la Mia etichetta.
“Sei completamente incapace di fare lavori manuali”. Se avevo fatto una schifezza particolarmente degna di nota rincarava il concetto con un “speriamo che tu sia molto brava a studiare perché se no non troverai mai un lavoro manuale”.
Di sicuro mia mamma non ci metteva cattiveria in queste parole, era il suo modo per spronarmi ad impegnarmi di più e a lavorare in maniera più accurata, ma alla fine mi sono resa conto di essere cresciuta con l’idea di essere fornita di due mani sinistre e che qualsiasi mio lavoretto fosse una schifezza a prescindere.
A 11 anni poi, sfiga della sfiga, mi sono rotta seriamente il braccio destro. Due fratture scomposte, con lo staccamento dell’epitrocleo e lo schiacciamento del nervo ulnare. Un lavoretto fatto ad opera d’arte.
Quell’estate portai il gesso per più di un mese. Faceva caldo e andavo al Grest e rimanere fuori a giocare sotto il sole era una tortura. Per far passare il tempo mi ero infilata nella stanza del ricamo. Una signora insegnava il punto erba e il punto croce alle bambine interessate.  Mi ricordo la sua faccia un po’ perplessa quando le dissi che volevo provare, ma durò un secondo, mi disse di sedermi, mi aiutò a sistemare il braccio, e mi fornì del necessario per iniziare il mio primo centrino a punto croce. Ebbe una gran pazienza con me ed io scoprii un hobby che mi accompagna fino ad oggi.
A quel tempo ero troppo piccola per capire l’importanza di quello che stavo facendo. Una riabilitazione fai da te importantissima, che mi permise di rimettere in moto le dita e riguadagnare l’uso della mano. Avevo rischiato tantissimo, ero stata vicina a perdere l’utilizzo dell’arto, ma io non lo sapevo e la mia mente di bambina aveva ancora quella speciale equazione infantile “ho un problema grande, i grandi lo risolvono”.
Quel centrino (a dire il vero bruttarello) è conservato come una reliquia a casa dei miei genitori, per loro ha un significato molto profondo, quasi salvifico, per me invece ha un significato più leggero e semplice…finalmente avevo stracciato quell’etichetta e anche io sapevo fare qualcosa di manuale.
Non nascondo che comunque sono sempre restia a buttarmi nei lavori manuali. Ho sempre un po’ di paura di produrre ciofeche varie. Però per lo meno ora mi cimento, provo, faccio, sperimento. Al di la del punto croce sono sempre fuochi di paglia che svaniscono in fretta, però mi tengo care la soddisfazione che mi hanno fatto provare. Disegno, pittura, decoupage, qualcosa ho fatto.Vorrei iniziare a cucire, ma avrei bisogno di tempo e spazio. 
Settimana scorsa invece ho prodotto questa torta di pannolini per una  mia amica. Una soddisfazione incredibile.
Insomma, sarà il peso nascosto dell’etichetta che fu, ma quello che le mie mani e la mia fantasia producono hanno sempre un retrogusto di piccolo miracolo.
Orgogliona di me come dice la mia TestimoneDiMontecatini  

p.s. Una sera a casa di amici sentiamo questo dialogo nell'altra stanza "Oh ma Gnagni come sei diventata grande!!! E guarda come sei bella, però tu hai proprio una faccia da birbante..." e una voce lapidaria che risponde "Si, e sono anche molto dispettosa". E' facile capire qual'è l'etichetta che avevamo affisso sulla fronte della piccola Gnagni, eh??? Ovviamente scivolata a valle senza nemmeno lasciare traccia.

giovedì 29 novembre 2012

Caffeina




I love coffee

Mi potrei fare una maglia con questa scritta. E’ strano, ho scoperto il caffè relativamente tardi quando a 22 anni ho iniziato a lavorare, prima non mi piaceva.
Direi che ho recuperato il tempo perduto. Ultimamente mi rendo conto che ne bevo parecchi. Ogni volta che mi si presenta l’occasione non lo disdegno, anzi. L’altro giorno in sala d’aspetto della dermatologa fissavo con bramosia la macchinetta del caffè. Mi sembrava d’essere una drogata in crisi d’astinenza, eppure avevo bevuto un cappuccino un paio d’ore prima al bar. Solo il timore di essere chiamata dalla dermatologa con bicchierino fumante in mano mi impediva di investire quegli ennesimi 50 cts e allora la mia mente vagava e vaneggiava scenari infausti “pensa se mi dice che sono allergica al caffè…come faccio a resistere? Non ci potrebbe essere nulla di peggio”.
Ecco, la catastrofe è stata sfiorata, ma la scure si è abbattuta su qualcosa di altrettanto utile, necessario e salvifico.

Quando io sto male che cosa faccio?

  1. Creo un ambiente caldo, confortevole, in penombra, e mi infilo sotto il piumone a dormire confidando nell’autogestione delle piccole donne e dando buca al lavoro
  2. Arraffo un antidolorifico, lo trangugio senza acqua, e aspetto con ansia che passi la prima mezzora per riuscire per lo meno a tenere gli occhi aperti senza l’effetto spillo piantato sulle palpebre e poter gestire con i minori danni possibili la giornata lavorativa e quella casalinga

Io per i prossimi due mesi minimo diventerò una 2. monca del pezzettino più importante.
Sono uscita dallo studio medico con la faccia da cane bastonato. Perché la mia amica pasticchetta mi ha fatto questo???? Perché tutto ad un colpo dopo avermi sostenuto per lo meno in quei giorni li, e avermi salvato da terrificanti mdt ora mi ha fatto questo brutto scherzetto?
Sono diventata sensibile agli antidolorifici/antinfiammatori. “signora d’ora in avanti se ha male se lo tiene”. Era meglio rinunciare al caffè.
Detto ciò. E’ stato riabilitato il vestito Petrolchimico. Tutti gli alimenti che avevo pazientemente valutato e segnato su una lista. Anche l’essenza di Timo che da un po’ mettevo nella lavatrice. Tutto ok. Solo Addio pasticchetta. Compagna di pochi (per fortuna) giorni infelici che d’ora in avanti saranno molto più infelici e dolorosi.
E tutto ciò stride terribilmente con quello che mi ha detto un infermiere al pronto soccorso un mese fa per un dolore muscolare. “Signora, prima di ridursi ad essere piegata in due per questi dolori prenda un antidolorifico” Simpatico lui, m’ha tirato la macumba.
Amica orticaria è ancora in pieno splendore. Devo bere tanta acqua, cambiare l’antistaminico.
Novembre è quasi finito…grazie e per fortuna.

Piccola nota su una delle infanti. Ieri Aribella sembrava una molla saltata. Non oso immaginare che giornata deve aver fatto passare alle maestre. Alle 16.00 parlava ai 100 all’ora, era incapace di stare ferma in un posto e con la mente lucida e sveglia spaziava in mille direzioni. Ok, non che di solito sia ferma e zitta, ma ieri sembrava avere un surplus di adrenalina. Alle 9.00 del mattino probabilmente faceva anche i fuochi d’artificio con la sola forza del pensiero. Da un “mamma, oggi era proprio la mia giornata, le maestre facevano una domanda e rispondevo solo io” ho capito che probabilmente a malapena alzava la mano e sparava fuori la risposta senza ritegno verso i compagni…energiaaaaa.
Alle 20.00 anche Gnagni non vedeva l’ora d’andare a letto per poter staccare la spina dal ciclone Aribella. Un futuro da caffeinomane non glielo leva nessuno